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Tre Amici pazzi e due Laser da riparare

Tre Amici pazzi e due Laser da riparare

{mosimage}Tra le tante avventure dell'estate trascorsa, non potevo non raccontarvi di quella relativa alla rottura e poi riparazione delle barche Laser.

Andiamo con ordine. Sapete che da tre anni si organizzano le gare di barche a vela chiamate Laser. Puntualmente ogni anno nasce il problema di avere una flotta di barche adeguate necessarie a far concorrere tutti, ovvero ci vogliono almeno due barche.

{mosimage}Due anni fà, io ed Augusto, abbiamo comprato un Laser (scafo verde) dall'amico Braian che non lo usava da tempo. Infatti questa estate, alcuni giorni dopo averlo messo in acqua e mentre già pregustavamo le gare con il mitico Augusto, lo scafo ha mostrato in toto i suoi anni: rottura della coperta intorno all'albero.

Ovviamente il destino ha voluto che al momento della rottura a bordo vi ero io.

{mosimage}Delusi per la rottura, grave e difficilmente riparabile, ci siamo messi in giro a verificare la possibilità di utilizzare un altro Laser. Il pomeriggio stesso incrociammo un francese proprietario di un altro Laser, utilizzato di rado  e parcheggiato tra i cespugli della discarica. Confidando nella disponibilità dei frequentatori di Villata e con tanta faccia tosta, abbiamo chiesto all'amico francese di metterci a disposizione solo lo scafo in quanto il resto dell'attrezzatura l'avevamo noi.

Egli fu molto disponibile e non oppose nessun problema. Ci ricorda, prima di salutarci, che essendo lo scafo poco utilizzato e avendo un pò di anni, di fare attenzione nell'uso. Ovviamente la sua preoccupazione, oltre che per lo scafo, era per noi affinché non ci capitasse nulla di male.

Provate ad immaginare di trovarvi al largo della baia di Villata, da soli, e trovarsi con lo scafo rotto senza modo di governare la barca? Ebbene quello che noi non volevamo che accadesse, puntualmente si verificò.{mosimage}

Il giorno dopo aver avuto il consenso dell'amico francese, di buona lena io, Augusto e Davide (con l'aiuto di Max ed altri amici) armammo lo scafo con le nostre attrezzature e, ripreso il buon umore per il futuro delle gare, io ed Augusto, ci avviammo per la baia a provare la nuova barca. E come nelle migliori storie, dopo alcune centinaia di metri, mi ritrovai con il culo in acqua e un foro nello scafo. Dramma!!

{mosimage}Di peggio non poteva capitare. Due scafi rotti nello stesso punto in tre giorni.

Avevamo il morale sotterrato a profondità petrolifiche. Come ad un funerale, ogni amico che passava e guardava le barche scuoteva il capo desolato. Si avvicinava a me e ad Augusto cercando di confortarci per la grave perdita. Impossibile riparale, diceva qualcuno. Rimandiamo le gare per il prossimo anno, commentavano altri. Si vagava per il campeggio come anime dannate.

Ma perchè arrendersi pensai? Non è da noi. Corsi da Augusto e gli prospettai {mosimage}l'idea di riparare le barche. Chiamai Davide per un consulto tecnico. Era un idea disperata. Ci sarebbero volute almeno due settimane dei lavoro senza contare le attrezzature necessarie. Non vi dico i commenti degli "esperti " che ci guardavano come pazzi.

Ma la storia di Villata insegna: impegno e passione applicate con metodo.

Contro qualsiasi parere ci siamo buttati a capofitto in questa ennesima avventura: una parte delle attrezzature le abbiamo comprate, altre le abbiamo recuperato tra gli amici (quante scoperte interessanti) amanti del bricolage. 4 chili di vetroresina, mezzo chilo di vernice, una confezione di stucco per barche, carta abrasiva, spazzole di metallo, seghetto alternativo, trapano, raspa, giraviti e tanti ma tanti consigli e consulti.{mosimage}

Ogni amico aveva la sua personale soluzione. E' stato uno spasso, vederli arrivare e guardare il lavoro: io, Augusto e Davide eravamo in silenzio pronti ad ascoltare l'ennesimo consiglio. Divertiti e curiosi per i commenti che sentivamo. Sono stati importanti anche quelli. Grazie ai tanti punti di vista è stato possibile scegliere la soluzione migliore adattandola costantemente all'evoluzione dei lavori.

{mosimage}In questa avventura ovviamente un grazie particolare a Davide, per le sue conoscenze e capacita di lavorazione del legno, ad Augusto per la commovente disponibilità e grande passione. Senza di loro sarebbe stato impossibile. Grazie

Lo spirito di Villata ancora una volta si dimostra  vincente. Lavorare insieme e con passione. Nessun obbiettivo è precluso quando si crede e quando si è circondato da Amici.

{mosimage}Dopo quattro giorni eravamo di nuovo in barca a goderci questo splendido meraviglioso e magico paradiso.

Ultimo aggiornamento Martedì 25 Agosto 2009 15:34
 
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