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Il Riccio, il Rasato e l'Amico

Il Riccio, il Rasato e l'Amico

La vera ricchezza di villata siamo noi

 

{mosimage}Eccomi qua!!

Un saluto a tutti gli amici di Villata. Permettetemi di esprimere anche il mio pensiero e raccontare la mia ultima esperienza (per questa estate J) a Villata . Fa molto piacere leggere i pensieri altrui, qualunque sia l’opinione. In essi vi è sempre qualcosa di interessante, qualcosa che fa riflettere e che, se lo si vuole, consente di vedere le cosa da altre angolazioni.

Spero di non deludervi, ma non ho molta voglia di parlare del muro e di cosa vuole fare Caprotti. Così come non ho molta voglia di parlare dei servizi insufficienti di Villata, delle docce fredde o della semplicissima idea di prendere i pannelli solari abbandonati su altri bagni per fare docce calde a volontà. Cosi come non voglio parlare della sicurezza o della inciviltà di qualche Villatiano. Non sono queste le cose che preferisco parlare, adesso.

 

Quando torno da Villata, nonostante la stanchezza per le tante attività messe in piedi, mi sento carico di una magica energia che mi rilassa, mi appaga.

Sono semplicemente sereno e appagato nell’animo. Soddisfatto. Ho ancora in bocca il sapore di questa ennesima stupenda vacanza. Pur volendo, non riesco a pensare in negativo, forse in inverno, chissà.

 

Adesso fatemi godere il sapore delle nuove frizzati amicizie, fatemi godere la gioia di aver ritrovato amici consolidati e soprattutto l’emozione di entrare nell’animo delle persone e scovare ed assaporare la ricchezza che hanno dentro.

Già l’anno scorso ebbi modo di scoprirlo, quest’anno ne ho avuta la conferma: la vera ricchezza di Villata siamo noi.{mosimage}

L’esperienza di questi anni mi ha dato la possibilità di conoscere nuove persone, di avere nuovi amici. Anche quest’anno il destino è stato generoso. Sono riuscito a materializzare le tante persone che mi scrivono su internet e che conoscevo solo attraverso un nome. Che gioia stringere quelle mani, scoprire i loro occhi, rimanere abbagliati dai loro fanciulleschi sorrisi. Li abbraccerei tutti nuovamente, tutti insieme. Non cito i loro nomi solo paura di dimenticarne qualcuno. Starei qui a raccontarvi le cose che mi hanno sorprese e che ho scoperto in ogn’una di esse. Ma sarebbe troppo lungo. Ma una voglio raccontarvela.

 

Quasi sempre, la quotidianità dello nostra vita, ci porta a vedere le persone come soggetti spesso immutabili nel tempo. Dopo una certa età raramente si hanno sterzate significative. I bambini per natura sono troppo mutevoli e, data la scarsa esperienza, ancora acerbi per dialoghi interessanti.

Ma i giovani no! Soprattutto se scoprite che quei ragazzi adolescenti salutati qualche anno fa, mentre ancora correvano dietro ad un pallone, adesso, di corsa, stanno percorrendo la strada della maturazione intellettiva.{mosimage}

 

Sto parlando di tre amici conosciuti come il RICCIO, il RASATO e l’AMICO ovvero Julian, Francesco e Riccardo.

 

Li avevo lasciati due anni fa a litigare come bambini sul campetto di calcio del vecchio Villata, li ho ritrovati sudati e sorridenti mentre scavavano le buche per installare i pali del nuovo campo di calcio. Questo impegno, anche dopo i risentimenti primaverili, non mi stupiva più di tanto. In fondo erano sempre ragazzi, pensavo.

Pochi giorni dopo,  con atto vandalico, qualcuno aveva divelto una piccola parte della rete di delimitazione del muro. I soliti vandali, si diceva. Sono arrivati i ragazzi italiani, commentavano altri. Chiesi in giro e mi segnalarono quei tre: “vedi che saranno stati loro”, “chi” chiesi io, “quello rasato, il ricciolino e l’amico” mi rispose un amico.

In passato, bisogna riconoscere, non hanno goduto di buona fama. Parlando del torneo di calcio gli chiesi espressamente se c’entravano qualcosa con quel gesto vandalico. “No, Gianni, non siamo stati noi. Credici” Gli occhi sembravano non mentire. “C’è l’hanno gia detto altri, ma noi non c’entriamo”.

Mha!?? Pensavo tra me e me, non ti aspettavi certo che confessassero.

 

Passarono due giorni. Una mattina arrivando presto in spiaggia notai i resti di un falò, bello grande, ancora fumante al centro della spiaggia. Altri amici si avvicinarono. Sotto la sabbia il legno bruciava ancora. Pericoloso, soprattutto per i bambini. In quattro o cinque ripulimmo la spiaggia, alquanto arrabbiati. “Chi sarà stato?” chiesi. “I soliti ragazzi che la sera fanno baldorie sulla spiaggia”. Rimanemmo a parlottare per quasi mezz’ora. Si commentava questo gesto di inciviltà, si discuteva sui probabili colpevoli, il rischio di pericolo, insomma le solite cose. Quando Giorgio mi disse indicando l’ingresso della spiaggia “loro sanno sicuramente qualcosa” "Chi?" Chiesi io. “Quei tre. Il rasato il riccio e l’amico” Aspettammo che si avvicinassero e senza indugiare gli chiedemmo:

 “Siete stati voi a fare quel falò stanotte?” indicando i residui di legno carbonizzati".

Secondi interminabili. 

 

No. Non siamo stati noi”, rispose Riccardo “E poi perché ve la prendete sempre con noi?.  Ogni volta che c’è qualche problema c’è qualcuno che viene da noi per chiederci se c’entriamo qualcosa. Pensate sempre che siamo i soliti ragazzini”.

 

Gli occhi e le parole, ma forse il cuore, non lasciavano più dubbi. Li avevo salutati ragazzi ribelli ed intolleranti, li stavo scoprendo educati e sensibili.{mosimage}

 

Da allora li ho guardati con altri occhi. Mi ha sorpreso il legame che sono riusciti a stringere con Liliana. Li ho visti impegnarsi con i tornei di calcio, invitandomi ossessivamente a giocare con loro. Sono stati educati e gentili nel darmi un aiuto quando l’ho chiesto. Sono stati punto di riferimento tra i ragazzi. Sempre attenti a non dare fastidio, a rispettare gli spazi altrui, anche quando giocavano a pallone sulla spiaggia. Sono stati uno spettacolo quando hanno cantato una canzone Corsa alla serata del 15 agosto al ristorante.

Durante il resto della vacanza ci siamo intrattenuti a dialogare. Quasi sempre ascoltavo, come incantato, i loro racconti su quello che fanno quando sono a casa o quando giocano a pallone o quando vanno con le ragazze. Ci siamo divertiti a giocare insieme a pallavolo, a rischiare le caviglie giocando a pallone sulla spiaggia tra tante risate, sudore e qualche graffio. {mosimage}

Insomma per me è stata una bella lezione. Ho visto in loro la vera ricchezza di Villata, e come se dopo l’incendio della foresta, tra le polveri, spunta un piccolo pino con quel verde rigoglioso che si fa spazio tra la cenere.

 

Continuavano a chiedermi le medagliette ricordo che avevo portato per i premi per i bambini. Erano piaciute. Le volevano come ricordo. Gli avevo fatto credere che erano tutte impegnate per i giochi. Ma dopo quel giorno in spiaggia. Presi tre medagliette e le misi da parte.

 

Li ho osservati per tutta la vacanza, alla fine ho inscenato una piccola cerimonia consegnando loro le tre medagliette. Erano solo tre medagliette, ma con il cuore gli stavo dicendo un grande Grazie e buona fortuna!

 

Confesso di essermi emozionato.

Loro erano felici come bambini ed io avevo scoperto che stavano diventando quasi adulti.

Li avevo lasciati ribelli ed insofferenti spesso superficiali. Li ho ritrovati quasi uomini incamminati sulla strada della vita.

Questa per me è stata una bella lezione.

Grazie Villata

Giovanni Erra

Ultimo aggiornamento Martedì 25 Agosto 2009 16:17
 
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